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Ñèíòàêñè÷åñêèå è ôóíêöèîíàëüíî-ñåìàíòè÷åñêèå îñîáåííîñòè óïîòðåáëåíèÿ óñëîâíîãî íàêëîíåíèÿ â èòàëüÿíñêîì ÿçûêå - (äèïëîì)
p>• opinione in tono attenuate (di chi, spesso anche il verbo 'dovere', mostra molta fiducia sulla probabilità di realizzazione):Una soluzione salomonica che dovrebbe mettere a tacere tutte le polemiche (.... ). (in 'il Giornale', 27-10-1995) • opinione garbatamente a contrario: "Gli scalatori di alta montagna sono degli sconsiderati perché mettono a repentaglio la loro vita. Lei, dottore, che ne pensa? " "Ma io, veramente, nonsarei cosi severo in proposito. " • presa di distanza ironicamente tagliente in forma di domanda: Un ipotetico professore a un ipotetico interrogato: "E tuavresti studiato? "(come a dire: "Checché tu insista a dire, non hai studiato proprio. ") - "E quellosarebbeun bravo medico? " (si potrebbe dire di un medico che immeritatamente gode di buona fama) • domanda in tono di incredulità o di risentimento per impedire o disapprovare fatti o progetti dell'interlocutore o di altri; o anche per provocare l'interlocutore stesso: Che farebbe tuo fratello stasera! ? Uscirebbe? !(Come a dire: "Se ha un'intenzione del génère, se la tolga dalla testa. ") - Tuesporrestiun tale monumento in luogo pubblico? (l. Silone, Il segreto di Luca) - "Come sarebbe a dire? !" chiese il commissario sbarrando gli occhi. (P. Chiara, I giovedi della signora Giulia'). La stessa domanda al passato, puo anche servire a smentire un fatto o a difendersi da qualche accusa: Anna: "E' stato Carlo a dire che Luigi......" Carlo: Che cosaavrei detto io? ".
III. IL periodo IPOTETICO 1. Le frasi ipotetiche
Le frasi ipotetiche (cioè le proposizioni subordinate introdotte nella gran parte dei casi dall'operatore di subordinazionese) formano, insieme alle proposizioni sovraordinate da cui dipendono, frasi complesse tradizionalmente chiamate“periodi ipotetici”, che noi chiameremo anche “costrutti condizionali”. All'interno di un costrutto condizionale la proposizione subordinata viene chiamata “protasi”, mentre la proposizione sovraordinata viene chiamata “apodosi”; prese singolarmente protasi ed apodosi possono essere frasi semplici, come in (1), oppure frasi complesse che contengono proposizioni coordinate, come in (2), o frasi complesse contenenti (almeno) una proposizione subordinata come in (3): (1) Se partiamo abbastanza presto, non troveremo molto traffico. (2) Se il treno non è in ritardo ed i vagoni non sono troppo affollati, faremo un viaggio comodo ed arriveremo in tempo per la partita. (3) Se credi di essere troppo stanco per fare quel lavoro, sarà meglio affidarlo a qualche altro tuo collega. Inoltre l’apodosi di un costrutto condizionale non deve essere necessariamente una proposizione principale, ma può essere a sua volta subordinata ad un'altra proposizione principale, come in (4): Mi hanno detto che dovrò fare un'ottima prova, se voglio veramente ottenere l'incarico.
a)Semantica del costrutto condizionale
Parlando di “periodo ipotetico” e “costruttto condizionale”si identifica la costruzione in base alle sue caratteristiche funzionali: con la protasi si“ipotizza” una “condizione”, soddisfatta la quale si ha come “conseguenza”quanto espresso dall'apodosi. Il costrutto esprime globalmente un'ipotesi ed instaura fra il contenuto proposizionale della protasi (che simbolizzeremo con“p”) e quello dell'apodosi (che simbolizzeremo con “q”) un rapporto del tipo “condizione-conseguenza”. Per esempio, con una frase come (1) si ipotizza che, soddisfatta la condizione di una partenza sufficientemente mattiniera (p), si avrà come conseguenza un viaggio tranquillo per la scarsità di traffico (q): p e q non sono presentati sicuramente ed indipendentemente come veri, ma data la verità di p deve seguirne la verità di q. Questo aspetto del significato di un costrutto condizionale può essere così riassunto: un costrutto condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi siano entrambi veri (“se p, q” - “Pvero E qvero”). Nel caso in cui alla partenza mattiniera (p) faccia poi séguito un viaggio clamorosamente ritardato dal traffico (non-q) la frase in (1) sarà considerata un“cattivo” consiglio, oppure una previsione “sbagliata”: un costrutto condizionale non prevede che il contenuto proposizionale della protasi sia vero e che quello della apodosi sia falso. Inoltre nella comunicazione quotidiana, ordinaria, l'enunciazione di una sequenza come (1) suggerisce all'interlocutore che una partenza ritardata (non-p) avrebbe come conseguenza l'incontro di un denso traffico (non-q). Questo suggerimento, esprimibile con (5), è una “inferenza sollecitata” (o “invitata”) dal costrutto condizionale esemplificato in (1), e mostra un altro aspetto del significato di un periodo ipotetico, così riassumibile: un costrutto condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi siano entrambi falsi (“se p, q” — “pFalso E q Falso”): (5) Se non partiamo abbastanza presto, troveremo molto traffico. Unendo quanto proposto finora, possiamo dire che un costrutto condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi possano essere o entrambi veri, o entrambi falsi (grazie all'inferenza sollecitata). Questo significato, ottenuto per (1) combinando appunto (1) e (5), ovvero la sua inferenza sollecitata, corrisponde a quello espresso direttamente ed esplicitamente da un costrutto condizionale con la protasi introdotta dall'operatore di subordinazione solo se: (6) Solo se partiamo abbastanza presto non troveremo molto traffico. Un costrutto come (6), detto “bi-condizionale”, ha un significato parafrasabile proprio con l'accostamento di (1) e di (7): (7) Se non partiamo abbastanza presto, troveremo molto traffico. La sinonimia tra i costrutti condizionali e quelli bicondizionali, e tra gli operatori di subordinazionese e solo se, è però solo apparente: un costrutto bicondizionale, grazie alla presenza di solo se, ha sempre e per forza l'interpretazione ottenibile combinando insieme gli schemi presentati sopra, mentre un costrutto condizionale semplice può avere sia l'interpretazione bicondizionale (grazie all'inferenza sollecitata) sia l'interpretazione più debole, priva dell'inferenza sollecitata. Per esempio, una sequenza come (8) presenta, tramite la coordinazione dei due infiniti, non una ma due condizioni, e può essere parafrasata con un costrutto che abbia due protasi coordinate, una per ogni condizione, come (9): (8) Se continua a non piovere e a non nevicare, la prossima estate rischieremo la siccità. (9) Se continua a non piovere e se continua a non nevicare, la prossima estate rischieremo la siccità. Ma in (9) non è possibile dare una interpretazione bicondizionale alle due protasi, e non è possibile sostituire i duese con due solo se, come si vede dalla inaccettabilità di (10): (10) Solo se continua a non piovere e solo se continua a non nevicare, la prossima estate rischieremo la siccità. Infatti il significato di solo entra in contraddizione con il significato di e; l'unica interpretazione possibile per i due se di (9) è quella semplice, priva dell'inferenza sollecitata. L'interpretazione bicondizionale (con l'inferenza sollecitata) può emergere solo combinando le due condizioni in un unico contenuto proposizionale complesso; così l'interpretazione di (11) può essere parafrasata con l'accostamento di (12a-b): (11) Solo se continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate rischieremo la siccità. (12) a. Se continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate rischieremo la siccità. b. Se non continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate non rischieremo la siccità. Formalizzeremo quindi la differenza di significato esistente fra i costrutti bi-condizionali ed i costrutti condizionali con gli schemi rappresentati rispettivamente in (13) ed in (14): (13) “Solo Se p, q” —” “Pvero E qvero” O “pFalso E qFalso” (14) “Se p, q” — “pVero E qvero” (O “Pfalso E qFalso”)
b)Concordanza dei tempi e semantica dei modi
L'italiano presenta un sistema standard di concordanza di modi e Tempi verbali all'interno dei costrutti condizionali, che nella lingua contemporanea è affiancato da una variante colloquiale che si sta diffondendo anche a livelli più alti, e da un sistema “substandard” tipico solamente di alcune varietà più basse. Nel primo sistema è possibile avere l'indicativo in protasi ed apo dosi, come in (15), il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (16), e il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (17) : (15) Se vieni alla festa, ti divertirai moltissimo.
(16) Se venissi alla festa, ti divertiresti moltissimo.
(17) Se fossi venuto alla festa, ti saresti divertito moltissimo. La variante colloquiale del sistema standard, presente talora anche in livelli più alti, prevede la possibilità che l'indicativo imperfetto sostituisca il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e / o il condizionale composto nell'apodosi, come in (18): (18) a. Se lo sapevo prima, sarei arrivato in tempo a salutarti. b. Se lo sapevo prima, arrivavo in tempo a salutarti. c. Se l'avessi saputo prima, arrivavo in tempo a salutarti. Il tipo in (18b) è presente nel seguente es. da Manzoni, che riproduce il parlato spontaneo: (19) “Se mi s'accostava un passo di più, soggiunse, l'infilavo addirittura, prima che avesse tempo di accomodarmi me, il birbone” (A. Manzoni, promessi sposi, cap. XXXTV) Nell'apodosi si può avere anche il piuccheperfetto con valore di compiutezza : (20) Se non fosse successo / succedeva quell'incidente, a quest'ora eravamo già arrivati. Nel sistema “substandard” invece dei modi congiuntivo e condizionale appare l'indicativo, così che (2 la) corrisponde all'incirca a (15) (ma a volte anche a (16)), mentre (21b) corrisponde all'incirca a (16) e (17) (anche questo sistema è più complesso di quanto appaia da questa sintetica presentazione, e le corrispondenze con il sistema standard sono più irregolari di quanto qui accennato:
(21) a. Se vieni alla festa, ti divertirai un sacco. b. Se venivi alla festa, ti divertivi un sacco.
In vari usi dialettali sono più diffusi sistemi “simmetrici”, con congiuntivo in protasi ed apodosi oppure condizionale in protasi ed apodosi. Questi usi, decisamente substandard, sono ritenuti concordemente inaccettabili, e tuttavia appaiono frequentemente sia in varietà regionali sia anche comelapsus. Alcuni ess. sono: (22) “Se io fossi uomo ci andassi ogni sera” (D. Dolci, Conversazioni, Torino, 1962, p. 290) (23) “Io sono sicuro che se farei il boia riuscirei bene” (lo speriamo che me la cavo. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di M. D'Otta, Milano, Mondadori, 1990, p. 41) L'uso del congiuntivo nell'apodosi è caratteristica di certo parlato spontaneo meridionale. L'uso del condizionale anche nella protasi, come in (23), è molto comune nel linguaggio infantile in tutta Italia. Non sembra possibile, invece, la combinazione con condizionale nella protasi e congiuntivo nell'apodosi.
c)Il sistema dell'italiano standard
Nell'italiano standard è possibile trovare diverse combinazioni di Tempi verbali dell'indicativo in protasi ed apodosi; sono possibili, per esempio, presente più presente, come in (24a), e presente più futuro semplice, come in (24b):
(24) a. Se piove, esco con l'ombrello. b. Se (domani) piove, uscirò con l'ombrello.
Non c'è una corrispondenza obbligatoria fra Tempo verbale e tempo cronologico: in (24a) ad esempio il presente non è necessariamente“deittico”, anzi è più facilmente interpretabile come presente “atemporale”, e in (24b) è orientato, anche grazie alla presenza di domani nella protasi e di un tempo futuro nell'apodosi, verso il futuro. Sono poi possibili combinazioni di futuro semplice più futuro semplice come, in (25a), perfetto composto più presente, come in (25b), perfetto composto più futuro semplice, come in (25c), e perfetto composto più perfetto composto, come in (25d): (25) a. Se domani ci sarà bel tempo, andremo a sciare. b. Se hai comprato il giornale, possiamo vedere che film ci sono stasera. c. Se ti sei ricordato di portare la carbonella, forse riusciremo a preparare la grigliata. d. La settimana scorsa ho telefonato a Giorgio, ma non sono riuscito a trovarlo in casa: se è andato in vacanza, ha finalmente potuto riposarsi. In (25d) il contesto linguistico precedente il costrutto condizionale ne permette una lettura più naturalmente ipotetica: “Non so se Giorgio è andato in vacanza: lo ipotizzo solamente sulla base della sua mancata risposta al telefono; nel caso ci sia andato, starà godendosi il suo meritato riposo”. Di solito invece i costrutti condizionali con i tempi passati dell'indicativo sono più facilmente interpretati come causali, cioè“fattuali”, piuttosto che ipotetici, come si vede dalla parafrasi (26b) di (26a): (26) a. Se hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto. b. Siccome hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto. Esistono costrutti condizionali con l'imperfetto in protasi ed apodosi, da non confondere con quelli formalmente identici ma appartenenti o alla variante colloquiale del sistema standard (v. la frase (18b)) o al sistema“substandard” (v. la frase (21b) ; in questi costrutti il se assume un valore parafrasabile con ogni volta che: (27) In quel periodo se riuscivamo ad alzarci abbastanza presto correvamo subito a guardare l'alba, e poi nella stalla per bere il latte appena munto. Non sono possibili costrutti condizionali con il perfetto semplice in protasi ed apodosi , come si vede dall'inaccettabilità di (28): (28) Se prenotammo in tempo, assistemmo alla prima di Falstaff. Oltre all'indicativo l'italiano standard prevede nei periodi ipotetici combinazioni di congiuntivo più condizionale; si trovano usualmente il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (29a-b), o il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (29c): (29) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi. c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno. Sono però anche possibili costrutti che presentino il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (30a): in questo modo viene segnalata la“distanza” cronologica tra i contenuti espressi dalle due proposizioni; inoltre sono possibili costrutti con il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (30b): (30) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia, b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono. Utilizzando l'opposizione tra la concordanza all'indicativo e quella al congiuntivo-condizionale all'interno di un periodo ipotetico un parlante indica diversi gradi di“probabilità” per i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi: — l'uso dell'indicativo segnala la “possibile verità” dei contenuti; — l'uso del congiuntivo-condizionale ne segnala la “possibile falsità”. L'opposizione è illustrata attraverso il confronto tra due costrutti le cui proposizioni componenti esprimano gli stessi contenuti: (31) a. Se nevica prima di domenica, andiamo a sciare a Cortina. b. Se nevicasse prima di domenica, andremmo a sciare a Cortina. In (3 la) il progetto viene presentato come molto più probabile rispetto a (31b): nel primo caso viene configurata la possibilità che nevichi, con la conseguente vacanza sugli sci, mentre nel secondo caso viene configurata la possibilità che non nevichi, con la conseguente rinuncia alla vacanza sugli sci. Questa differenza si evidenzia con una prova di compatibilita semantica. Aggiungendo ad un periodo ipotetico all'indicativo una frase da cui si possa inferire la“sicura falsità” del contenuto proposizionale della protasi, si ottiene una sequenza semanticamente anomala, perché la “possibile verità” segnalata dall'indicativo si scontra con un contenuto “sicuramente falso”: (32) Se Gianni è in macchina ci può dare un passaggio, ma oggi Gianni è venuto in autobus. Allo stesso modo, aggiungendo ad un periodo ipotetico al congiuntivo-condizionale una frase da cui si inferisca la“sicura verità”del contenuto proposizionale della protasi si ottiene di nuovo una sequenza semanticamente anomala, perché la “possibile falsità” segnalata dal congiuntivo-condizionale si scontra con un contenuto “sicuramente vero”; (33) a. Se Gianni fosse in macchina potrebbe darci un passaggio, ma Gianni è (sempre) in macchina. b. Se Gianni fosse stato in macchina avrebbe potuto darci un passaggio, ma Gianni era in macchina.
d) I costrutti 'controfattuali'
Alcuni periodi ipotetici al congiuntivo-condizionale non sembrano comunicare la “possibile falsità” dei contenuti proposizionali di protasi ed apodosi, quanto piuttosto la loro “sicura falsità”: sono i costrutti tradizionalmente chiamati “controfattuali” o “periodi ipotetici dell'irrealtà”. Questi casi, comunque, non costituiscono un tipo a parte. Come vedremo subito, i costrutti con congiuntivo imperfetto e condizionale semplice sono interpretati come controfattuali solo quando all'indicazione morfosintattica di“possibile falsità” si aggiungono altre indicazioni di falsità, provenienti in genere dal confronto fra contenuto proposizionale espresso e contesto extralinguistico; quanto ai costrutti con congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto, essi sono sempre interpretati come controfattuali, a meno che dal contesto linguistico emergano indicazioni del contrario, ovvero segnalazioni di“non-falsità” (come si vedrà in (36), (37) e (38b)). La controfattualità non è quindi un significato rigidamente connesso ad una determinata concordanza di modi e Tempi verbali, ma un effetto semantico complesso, che deriva dall'interazione della morfosintassi (congiuntivo imperfetto più condizionale semplice o congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto) con il contenuto proposizionale di protasi ed apodosi e con il contesto linguistico ed extralinguistico. La combinazione “congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale semplice nell'apodosi” sembra neutralizzare l'opposizione tra “mera ipoteticità” e “controfattualità”, poiché può esprimere sia l'uno sia l'altro valore semantico; essa è utilizzabile per esempio anche in (34a), che presenta solo un'ipotesi, e non due contenuti proposizionali “falsi”: (34) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. (= 29a) b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi. (= 29b) Un costrutto come (34a) può essere enunciato con tono polemico, da un parlante che sta uscendo “senza”ombrello in una giornata appena piovigginosa: in questo caso si otterrebbe una interpretazione“controfattuale”, come, all'incirca, “non piove molto forte, e (perciò) sto uscendo senza ombrello”. La controfattualità compare dunque quando all'indicazione di “possibile falsità” fornita dalla concordanza si aggiunge una indicazione di “sicura falsità” derivata dal confronto tra il contenuto proposizionale espresso dal costrutto ed il contesto extralinguistico: per (34b) il parlante patentemente non è un marziano, e non ha le orecchie verdi; per l'interpretazione controfattuale di (34a), al momento dell'enunciazione sta piovendo poco, ed il parlante sta uscendo senza ombrello. Ora, nelle frasi (35) la comparsa del congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e/o del condizionale composto nell'apodosi sembra segnalare la falsità dei contenuti proposizionali espressi dal costrutto, e quindi la controfattualità: (35) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia. (= 30a) b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono. (= 30b) c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno. (= 29c) Ma una protasi al congiuntivo piuccheperfetto non è una condizione sufficiente per ottenere una interpretazione controfattuale; in (36) il contesto linguistico aggiunto a (35a) mostra che con il costrutto condizioniale il parlante sta solo compiendo un'ipotesi sul passato (da verificare nel presente): (36) Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio. Neppure una apodosi al condizionale composto è condizione sufficiente per ottenere una interpretazione controfattuale: (35b) sembra comunicare che“Enrico non è a casa, e (perciò) non ha risposto al telefono”, ma la versione “condizionale concessiva” di (35b), cioè (37), presenta ugualmente una apodosi al condizionale composto, senza per questo segnalarne la falsità: (37) a. Anche se Enrico fosse a casa, non avrebbe risposto al telefono. b. Se Enrico fosse a casa, non avrebbe comunque risposto al telefono. (37) è parafrasabile con “è possibile che Enrico sia a casa, ed è possibile che non lo sia; in un caso come nell'altro 'non' risponderebbe al telefono”. Anche nel caso in cui compaiano sia il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi sia il condizionale composto nell'apodosi l'interpretazione controfattuale non è garantita. Se infatti (38a) sembra indicare che il protagonista “non” è partito alle 3, e che (quindi) “non”è arrivato alle 9, una sequenza come (38b), con due costrutti condizionali collegati asidenticamente, mostra che il parlante sta facendo solo ipotesi sul passato, come nel caso di (36), e non ha alcuna certezza sulla falsità dei contenuti proposizionali espressi da protasi ed apodosi: (38) a. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9. b. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9; se avesse preso quello delle 5 sarebbe arrivato alle 11; adesso sono le 13, e quindi dovremmo comunque trovarlo in albergo. Le stesse ipotesi, presentate con maggior sicurezza, possono essere espresse dalla versione all'indicativo di (39): (39) Se ha preso il treno delle 3 è arrivato alle 9; se (invece) ha preso quello delle 5 è arrivato alle 11; adesso sono le 13, e quindi lo troveremo sicuramente in albergo. Per quanto abbiamo detto, non è stata utilizzata qui la tradizionale distinzione fra periodo ipotetico della realtà, periodo ipotetico della possibilità, e periodo ipotetico della irrealtà (ispirata dalla tripartizione latina fracasus nalis, casus posstbilis, e casus trrealis). Secondo questa distinzione, infatti, ogni tipo di periodo ipotetico è correlato ad una specifica concordanza di modi e Tempi: l'indicativo segnala una ipotesi reale, il congiuntivo imperfetto ed il condizionale semplice segnalano una ipotesi possibile, o una ipotesi irreale nel presente, ed il congiuntivo piuccheperfetto ed il condizionale composto segnalano una ipotesi irreale nel passato. Ma in italiano standard un periodo ipotetico con la concordanza al congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto può avere sia una lettura controfattuale (irrealtà), come negli esempi (35) e (38a), sia una lettura meramente ipotetica (possibilità), come negli esempi (36), (37) e (38b). Un costrutto condizionale con la concordanza all'indicativo può segnalare una ipotesi reale, come negli esempi (24) e (25), ma anche la correlazione di due“fatti”, come in (26a), e può avere persino una lettura controfattuale, come combinazione di due contenuti proposizionali“falsi”. Se un periodo ipotetico viene inserito in un discorso indiretto al passato (e gli eventi citati sono già avvenuti al momento dell'enunciazione) la concordanza dei modi e dei Tempi prevede solo la combinazione “congiuntivo piuccheperfetto + condizionale composto”, indipendentemente dalla forma che il costrutto potrebbe avere nella corrispondente versione in discorso diretto. Così la“scelta”dei modi e Tempi di (40d), obbligata dalla concordanza del discorso indiretto, “neutralizza”completamente le differenze semantiche sia modali che temporali esistenti fra le prime tre frasi di (40): (40) a. Aldo mi ha detto: “Se XY vince / vincerà le elezioni, ti offro / offrirò una cena”. b. Aldo mi ha detto : “Se XY vincesse le elezioni, ti offrirei una cena”. c. Aldo mi ha detto: “Se XY avesse vinto le elezioni, ti avrei offerto una cena”. d. Aldo mi ha detto che se XY avesse vinto le elezioni mi avrebbe offerto una cena.
e) Concordanza mista indicativo e congiuntivo-condizionale
Oltre alle combinazioni illustrate , si trovano in italiano standard periodi ipotetici con una concordanza“irregolare”di modi e tempi, con indicativo nella protasi e condizionale nell'apodosi, o congiuntivo nella protasi ed indicativo nell'apodosi: (41) a. Se vuoi proprio ottenere quell'incarico, dovresti recarti domani stesso dal funzionario responsabile. b. Se (poi) volessi ottenere proprio quell'incarico, devi recarti domani stesso dal funzionario responsabile. Il confronto fra questi due esempi e costrutti dallo stesso contenuto proposizionale ma con concordanza “regolare”, come (42), mostra come il cambiamento di modo fra protasi ed apodosi non segnali altro che il “diverso grado di probabilità” assegnato dal parlante ai diversi contenuti proposizionali espressi: (42) a. Se vuoi proprio ottenere quell'incarico, devi recarti domani stesso dal funzionario responsabile. b. Se (poi) volessi ottenere proprio quell'incarico, dovresti recarti domani stesso dal funzionario responsabile. In questi due esempi il livello di ipoteticità è lo stesso sia per il contenuto proposizionale della protasi sia per quello dell'apodosi, mentre in (41a) il condizionale nell'apodosi“indebolisce” il valore deontico di dovere, favorendo l'interpretazione del costrutto più come consiglio che come ordine, ed in (41b) il congiuntivo nella protasi presenta come più remoto il desiderio dell'interlocutore. Un altro esempio può essere fornito dal confronto tra le due frasi seguenti: (43) a. Se piovesse, uscirei con l'ombrello.
b. Se piovesse, uscirò con l'ombrello.
In (43a) il parlante sta avanzando una mera ipotesi, quasi del tutto staccata dal reale, mentre in (43b) l'inserimento del futuro semplice dell'indicativo nell'apodosi trasforma il costrutto nell'espressione di un proposito: “in caso - che ritengo improbabile - di pioggia, ho la ferma intenzione di uscire con l'ombrello”. Lo stesso effetto di “indebolimento”visto nell'apodosi di (41a) si ha nel condizionale indipendente. In una richiesta come“Vorrei mezzo chilo di ravioli di magro”, enunciata ad esempio in una panetteria, il condizionale permette di presentare il desiderio del cliente come più“remoto”, e quindi meno aggressivo, e la frase risulta decisamente più cortese rispetto a“Voglio mezzo chilo di ravioli di magro”, con l'indicativo. Sempre in “condizionale indipendente”, l'effetto di indebolimento si trova in frasi in cui il parlante si presenta in forma modesta, come nel seguente dialogo: “A - Scusi, ma lei chi è? B - Ma, io veramente sarei l'idraulico (che lei aveva fatto chiamare)”, ed in brani di testi narrativi, soprattutto giornalistici, in cui l'autore non ha la totale sicurezza della verità o attendibilità di quanto sta riportando, e segnala il suo“distacco” proprio con il condizionale, semplice o composto: “(Secondo le nostre informazioni) II presidente si sarebbe recato presso la sua villa nei sobborghi della città, per tenere una riunione con i suoi principali collaboratori, e visi troverebbe tuttora, in attesa di segnali più chiari dalla capitale”.
f) Il sistema substandard di concordanza di modi e tempi
II sistema “substandard”di concordanza di modi e Tempi, è tipico solamente di alcune varietà più basse; esso ha sostituito l'opposizione tra“possibile verità” e “possibile falsità” del sistema standard con una opposizione tra “possibile” e “controfattuale”. II sistema “substandard” conserva infatti le varie combinazioni di tempi dell'indicativo per l'italiano standard, ma utilizza l'indicativo anche per esprimere l'interpretazione non controfattuale di frasi come (44a) dell'italiano standard: (44) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. (= 34a) b. Se piove molto forte, esco con l'ombrello. Per i costrutti controfattuali invece, il sistema “substandard” utilizza l'indicativo imperfetto in protasi ed apodosi ; l'interpretazione controfattuale di (44a) è resa da (45a), e la stessa concordanza è utilizzata per esprimere gli altri costrutti ad interpretazione controfattuale (l'uso del piuccheperfetto nella protasi di (45f) segnala lo scarto temporale esistente fra il contenuto proposizionale della protasi e quello dell'apodosi):
(45) a. Se pioveva molto forte, uscivo con l'ombrello. b. Se ero un marziano, avevo le orecchie verdi. c. Se Enrico era a casa, rispondeva al telefono. d. Se non arrivavate tardi, non perdevate il treno. e. Se prendeva il treno delle 3 arrivava alle 9.
f. Se quell'edificio era stato venduto, nell'archivio del catasto ce n'era traccia. L'uso dell'indicativo imperfetto nei costrutti condizionali del sistema “substandard”ha implicazioni solo modali, e non più temporali, potendo essere usato per esprimere la controfattualità al passato, al presente, ed al futuro: (46) a. Se ieri venivi alla festa, ti divertivi un sacco. b. Se adesso eri alla festa, ti divertivi un sacco.
e. Se domani venivi alla festa, ti divertivi un sacco.
Il valore di controfattualità dell'indicativo imperfetto nei costrutti condizionali del sistema“substandard” è confermato dall'applicazione delle stesse prove per dimostrare l'interpretazione non obbligatoriamente controfattuale della combinazione“congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto” in italiano standard. Infatti (47), con l'imperfetto a segnalare la controfattualità ed il contesto linguistico successivo a segnalare invece l'ipoteticità nel passato, è inaccettabile, mentre (48), che è la versione di (38b) nel sistema“substandard”, non è del tutto accettabile: (47) Se quell'edificio era stato venduto, nell'archivio del catasto ce n'era traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio. (48) Se prendeva il treno delle 3 arrivava alle 9; se invece prendeva quello delle 5 arrivava alle 11; adesso è mezzogiorno, e quindi lo troviamo comunque in albergo.
g) Costrutti condizionali pseudocoordinati
In alcuni casi un rapporto “condizione-conseguenza” non viene espresso da una apodosi sovraordinata contenente una protasi subordinata introdotta da se (come negli esempi visti fin qui), ma da una sequenza di due frasi apparentemente coordinate, collegate eventualmente da operatori di congiunzione o disgiunzione; la prima frase può essere imperativa o interrogativa (polare):
(49) a. Alza le mani o / altrimenti / se no sparo! b. Ripetilo e ti rompo la testa! c. Dammi retta e non ti pentirai! d. Vuoi un gelato? Te lo vado subito a prendere. e. Cercano la rissa? Gli daremo un sacco di botte.
Di solito se la prima frase è interrogativa la seconda frase può essere introdotta da un operatore di congiunzione, ma non da un operatore di disgiunzione: (50) a. Vuoi un gelato? E io te lo vado subito a prendere. b. Vuoi un gelato? O / Altrimenti / Se no non te lo vado subito a prendere. (51) a. Cercano la rissa? E noi gli daremo un sacco di botte. b. Cercano la rissa? O / Altrimenti / Se no non gli daremo un sacco di botte. I costrutti in (49) costituiscono delle “pseudocoordinazioni”, e sono normalmente parafra-sabili tramite costrutti condizionali subordinati: (52) a. Se non alzi le mani sparo.
b. Se lo ripeti ti rompo la testa. e. Se mi dai retta non ti pentirai. d. Se vuoi un gelato te lo vado subito a prendere. e. Se cercano la rissa gli daremo un sacco di botte.
Dal punto di vista delle azioni linguistiche eseguibili con questi costrutti, si può dire che in (49), come in (52), si trovano ordini modificati da minacce (a. e b. ), esortazioni modificate da previsioni favorevoli (e. ), offerte precedute da richiesta di conferma (d. ), e minacce (e. ). Per l'interpretazione semantico-pragmatica di questi costrutti è necessario ricordare in primo luogo che fanno immediatamente scattare l'inferenza sollecitata: (53) a. Se alzi le mani non sparo.
b. Se non lo ripeti non ti rompo la testa. c. Se non mi dai retta ti pentirai.
d. Se non vuoi un gelato non te lo vado (subito) a prendere. e. Se non cercano la rissa non gli daremo un sacco di botte. Su questa base l'interpretazione dell'imperativo come ordine (a. -b. ) o come consiglio (e. ) dipende dal valore“argomentativo” della seconda frase: in (49a-b) l'interlocutore non vede come positivo il fatto che gli si spari o gli si voglia rompere la testa, sceglie come preferenziale la lettura di (53a-b) (cioè l'inferenza sollecitata), ed interpreta l'imperativo come ordine (positivo in a. , per la presenza dell'operatore di disgiunzione, negativo in b. , per la presenza dell'operatore di congiunzione); in (49c), invece, il non rischiare di “pentirsene”è visto come positivo, l'interlocutore sceglie come preferenziale la lettura in (52c), ed interpreta l'imperativo come consiglio, o esortazione. Anche le frasi b. e c. possono essere realizzate con operatori di disgiunzione (come a. ), negando la proposizione opportuna secondo il meccanismo appena illustrato: (54) a. Non ripeterlo o / altrimenti / se no ti rompo la testa. b. Dammi retta o / altrimenti / se no ti pentirai. Va segnalato che (54b), come anche (53c), è facilmente interpretabile non solo come consiglio, ma anche come ordine modificato da una minaccia: ciò dipende dall'eventuale “controllo” del parlante sul “pentimento” dell 'interlocutore. Le frasi (52) possono comparire con la concordanza “congiuntivo nella protasi + condizionale nell'apodosi”; con la combinazione “congiuntivo imperfetto + condizionale semplice”conservano, sep-pur indebolito, il valore di azioni linguistiche come ordini, consigli, esortazioni, minacce, ecc. , mentre con la combinazione“congiuntivo piuccheperfetto + condizionale composto” possono essere intesi solo come condizionali dichiarativi:
(55) a. Se non alzassi le mani sparerei. b. Se lo ripetessi ti romperei la testa. e. Se mi dessi retta non ti pentiresti. d. Se volessi un gelato te lo andrei subito a prendere. e. Se cercassero la rissa gli daremmo un sacco di botte. (56) a. Se non avessi alzato le mani avrei sparato. b. Se lo avessi ripetuto ti avrei rotto la testa. e. Se mi avessi dato retta non ti saresti pentito.
d. Se avessi voluto un gelato te lo sarei subito andato a prendere. e. Se avessero cercato la rissa gli avremmo dato un sacco di botte. I costrutti “pseudocoordinati” esemplificati in (49), invece, non possono seguire la concordanza normale dei condizionali, neppure nella proposizione che corrisponde all'apodosi della costruzione subordinata: (57) a. Alza le mani o / altrimenti / se no sparerei / avrei sparato. b. Ripetilo e ti romperei / avrei rotto la testa.
c. Dammi retta e non ti pentiresti / saresti pentito.
d. Vuoi un gelato? Te lo andrei / sarei andato subito a pren dere. e. Cercano la rissa? Gli daremmo / avremmo dato un sacco di botte.
h) Costruiti condizionali interrogativi e imperativi
Tutti i periodi ipotetici presi in considerazione finora presentano una apodosi dichiarativa, ma è possibile trovare costrutti la cui apodosi è una proposizione interrogativa o imperativa. Nel caso dell'interrogativa si trovano le possibilità di concordanza di modi e Tempi viste fin qui, sia per le interrogative polari sia per le interrogative argomentali: (58) a. Se vinci alla lotteria, comprerai un'auto nuova? b. Se vincessi alla lotteria, compreresti un'auto nuova? c. Se avessi vinto alla lotteria, avresti comprato un'auto nuova? (59) a. Se vinci alla lotteria, cosa farai con i soldi?
b. Se vincessi alla lotteria, cosa faresti con i soldi?
c. Se avessi vinto alla lotteria, cosa avresti fatto con i soldi? Nel caso dell'imperativa, la protasi può essere solo all'indicativo, o al congiuntivo imperfetto:
(60) a. Se hai bisogno di me, chiamami a casa. b. Se avessi bisogno di me, chiamami a casa. c. Se avessi avuto bisogno di me, chiamami a casa.
Periodi ipotetici di questo tipo possono essere espressi anche come “pseudocoordinazioni”, con la protasi realizzata da una domanda. In questo caso, fermo restando l'impiego delle forme dell'imperativo nell'apodosi, nella domanda si può trovare solo l'indicativo: (61) a. Hai bisogno di me? Chiamami a casa.
b. Avessi bisogno di me? Chiamami a casa. c. Avessi avuto bisogno di me? Chiamami a casa.
Esistono alcuni costrutti introdotti dall'operatore di subordinazione se che non sono necessariamente “ipotetici” né “condizionali”, in quanto non presentano contenuti proposizionali ipotizzati, ma “sicuramente veri” (o “sicuramente falsi”), e fra i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi non esiste in genere alcun reale rapporto di“condizione-conseguenza”: si tratta dei costrutti “bi-affermativi”, e dei costrutti “bi-negativi”. Un costrutto “bi-negativo”è caratterizzato da una apodosi dal contenuto proposizionale patentemente falso, e da una concordanza generalmente all'indicativo:
(62) a. Se tu giochi bene a tennis, io sono Ivan Lendl. b. Se tu giocassi bene a tennis, io sarei Ivan Lendl.
c. Se tu avessi giocato bene a tennis, io sarei stato Ivan Lendl. (63) a. Se Piero è forte a scacchi, io sono Gorbaciov.
b. Se Piero fosse forte a scacchi, io sarei Gorbaciov.
c. Se Piero fosse stato forte a scacchi, io sarei stato Gorbaciov. Fra il contenuto proposizionale della protasi e quello dell'apodosi può esistere, ma non necessariamente, un qualche collegamento di tipo logico: infatti in (62a) si può ricostruire un paragone del tipo“Se il tuo modo di giocare a tennis si può definire 'buono', allora il mio modo può essere comparato a quello di un campione”, ma in (63a) non è assolutamente possibile, o è comunque poco naturale, instaurare un collegamento logico tra l'abilità di qualcuno a scacchi e la (falsa) identità del parlante con il premier sovietico. Il meccanismo di questi costrutti si basa sulla semantica del periodo ipotetico: “se p, q” —” “pVero E qVero” (O “pFalso E q falso”)- Un costrutto condizionale viene in genere interpretato, grazie all'inferenza sollecitata, come bicondizionale, il che significa che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi possono essere o entrambi veri o entrambi falsi; in un costrutto“bi-negativo”la falsità del contenuto proposizionale dell'apodosi si riflette, in base alla parte tra parentesi dello schema appena visto, sul contenuto proposizionale della protasi, che risulta così anch'esso falso: (64) È falso che io sia Ivan Lendl, e (quindi) è falso che tu giochi bene a tennis. (65) È falso che io sia Gorbaciov, e (quindi) è falso che Piero sia forte a scacchi.
Ñòðàíèöû: 1, 2, 3, 4
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